San Filippo Benizi e i bambini (il bene compiuto verso la piccola Buta)
Il mio articolo San Filippo e i bambini – pubblicato nel periodico bimestrale della SS. Annunziata nel luglio-agosto 2000– non sembra affatto ‘invecchiato’ dal tempo e pertanto viene qui di seguito riproposto.
“San Filippo volle bene ai bambini, che un tempo, per la festa del 23 agosto, venivano benedetti nel Santuario (ma l’uso sarà presto ripristinato *). Di questo affetto si trovano riferimenti nelle legende e storie, fino dalla sua prima infanzia, quando in braccio alla madre, e, in mezzo ad altri fanciulli, incontra i Sette Santi e grida con loro: «Ecco i Servi di Maria».
Ci commuove poi leggere nella «Legenda Perugina» anche la delicatezza del santo in un secolo che, privilegiando denaro e armi, arbitrio e prepotenza, aveva le sue piccole vittime. San Filippo quando trovava nell’orto dei religiosi frutti commestibili o anche cavoli, correndo [dice proprio correndo, non camminando] alla porta, li dava ai bambini poveri.
E alcuni dei miracoli avvenuti dopo la sua morte, riguardano i piccoli: il figlio del contadino di Orvieto nato cieco e guarito; il bimbo di Todi strangolato dal lupo nella vigna **.
È poco conosciuta invece la storia della nipote Buta che appare in documenti non agiografici, dai quali però si può ricostruire così la sua vita.
San Filippo ebbe una sorella (una certa tradizione le dà il nome di Giovanna) che quando viveva a Firenze aveva sposato il notaio ser Forte da Sommaia ed avuto un bambino di nome Iacopo (1).
Rimasta vedova, o in qualche modo separata dal marito, la donna si trasferì ad Orvieto (2), dove dimorava qualcuno della famiglia e qui dette alla luce una figlia illegittima, chiamata Buta (il nome contratto di Benvenuta?).
La bambina visse con la madre, disprezzata dai Benizi, ma protetta dallo zio fra Filippo e dal convento dei Servi di Orvieto. Oppure la madre morì presto e solo i frati si occuparono di lei. Comunque, deceduto anche S. Filippo, nel 1285 la “puella” (fanciulla) andò a Firenze (3).
Nel 1316 ricevette un lascito di denaro dall'anziano fratello Iacopo che voleva farsi frate (4). Nella memoria Buta viene detta ancora illegittima, segno per quei tempi di una macchia sociale incancellabile, e non sembra sposata (5). Né Iacopo, o fra Forte, a ricordo del padre morto (6) si aspetta che la donna accetti il dono, segno questo della distanza mantenutasi per anni. Tuttavia ci sembra di vedere nel gesto il pentimento e un tentativo di avvicinamento.
Iacopo o fra Forte morì ottantenne il 17 maggio 1325 nel convento di Pistoia. Di Buta, la nipote che S. Filippo aveva protetto, non sappiamo altro”.
(* L’uso della benedizione dei bambini è stato ripristinata, almeno fino al tempo in cui ho frequentato la SS. Annunziata – 2014).
“** E. M. Casalini, osm, Filippo Benizi Santo fiorentino († 1285) - Lettura storico-critica della Prima Legenda, Firenze 1985, 25,26; L. M. Crociani, osm, San Filippo Benizi, intercessore per gli ammalati e protettore dei bambini, in «La SS. Annunziata», 4-5, 1985; la Legenda Perugina è edita in Fonti storico-spirituali dei Servi di Santa Maria, a cura della Comunità dei Servi di Arco, 1998.
(1) M.O.S., I, p. 64 (Legenda de Origine Ordinis).
(2) Il convento dei Servi di Maria di Orvieto è uno dei più antichi dell'Ordine (1260, San Pietro in Vetera; 1265 nella parrocchia di S. Martino).
Nel 1270 la comunità era composta da 15 frati; spesso ne era ospite proprio S. Filippo.
Nel 400 i Benizi di Orvieto si erano trasformati in Bonizi. Fra Bartolomeo fu gran maestro dei frati di Altopascio dal 1416 al 1445 (v. N. Andreini Galli, Altopascio il segno del Tau, Firenze Bologna 1970; Bartolomeo Bonitti orvietano già uditore delle Cause del Palazzo Apostolico e chierico di Camera, pp. 116, 117).
(3) Registrum Lotharingi, M.O.S., II, p. 139, 7 maggio 1285: “Expense facte pro nepte sancti patris nostri prioris generalis per frater Locteringum priorem generalem. In primis reddidi fratri Bonaventure Pistoriensi, tunc Urbevetano priori, xvii tur. grossos, quos ipse expendiderat in dictam puellam ... Item pro vectura asini, quando ivit Florentia, s. xxj cort.”. [Spese fatte per la nipote del santo padre nostro priore generale tramite fra Lottaringo priore generale. In primo resi a fra Buonaventura pistoiese, ora priore orvietano, 17 turoni grossi, che lo stesso spese per la detta fanciulla ... In più per la vettura dell’asino, quando andò a Firenze, soldi 21 cortonesi].
(4) “Memoria quod frater Fortis fratrum Servorum Sante Marie, olim ser Fortis de Sommaia, deposuit apud fratres Servorum Sancte Marie, lib. iij et s. vj et d. viij florenorum parvorum, quos vult dari Bute sorori sue inlegittime nate, si unquam petierit, sin autem vult ut sint dicti loci pro anima predicte sorori sue; et hoc factum est anno MCCCXVJ, die xxiij nensis ianuarij ...” [Memoria di come fra Forte dei frati dei Servi di S. Maria, figlio del fu ser Forte da Sommaia, lasciò in deposito presso i frati dei Servi di S. Maria, libbre 3 e soldi 6 e denari 8 di fiorini piccoli, i quali volle dare a Buta sua sorella nata illegittima, se li richiede, se non li vuole rimangano al detto luogo (convento) per l'anima della predetta sua sorella; e questo fu fatto l'anno 1316, il 23 gennaio], v. Ricordanze di S. Maria di Cafaggio (1295-1332), a cura di E. M. Casalini, osm, in «Testi dei ‘Servi de la Donna di Cafaggio’», Firenze 1995, pp. 34, 96.
Su fra Forte, v. anche Storia e fonti delle origini di S. Maria del Poggio (SS. Annunziata di Pistoia), a cura di P. Ircani Menichini, in «Testi...», o.c., p. 171.
(5) Non viene chiamata con l'appellativo delle donne sposate monna o madonna.
(6) Nella famiglia ricorrono i nomi di battesimo: Iacopo di Forte da Sommaia aveva il nome del nonno Benizi e facendosi frate prende il nome del padre, cioè diventa fra Forte. Buta, chi ricorda? San Filippo andava raramente a trovare la sua famiglia: “Ho saputo da suo nipote, fra Forte da Firenze, che quando fra Filippo fu fatto Generale, per otto anni tenne nascosta tale carica alla sua famiglia; e se qualche volta – ma raramente – capitava che andasse a visitarla, non lo faceva come Generale, ma come semplice frate (Prima Legenda, o.c., 13)”.
Paola Ircani Menichini, 4 luglio 2025. Tutti i diritti riservati.
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